Libri, musica e tanta sincerità: ecco Giovanni ovvero Il.recensore.ignorante.
Giovanni un ragazzo di 28 anni che ha scelto questo nome sui social proprio per far capire che in realtà non è un vero recensore, ma un lettore appassionato che parla di libri e suona la chitarra.
L’ho incontrato ad un evento organizzato da Bompiani, durante il quale Saviano aveva presentato Munizioni la collana editoriale che lo vede curatore.
Giovanni è stato in silenzio fino quasi alla fine, salvo poi porre domande piuttosto scomode, ma che in molti in sala, credo, avevamo in mente. Mi ha colpito questa sua schiettezza e il suo approccio molto diretto pur con una educazione e un rispetto che già si poteva leggere nei suoi occhi.
Da quel momento lo seguo su Instagram, ascolto quando suona la chitarra e leggo i commenti ai libri che legge. Giovanni parla di libri in modo molto sincero, se un libro non lo convince lo dice chiaramente, motivando il suo commento con molto garbo. E questo non è così scontato nel mondo dei social!
E poi ha un feed pieno di colore che mette allegria ad ogni scatto!
Suo è #iProvincialotti per raccogliere tutti i libri ambientati in provincia.
Una bella persona con la quale ho fatto quattro chiacchiere.
Come è nata la tua passione per la lettura? La mia passione per la lettura nasce abbastanza tardi. Eccetto Harry Potter e le letture obbligatorie assegnate a scuole, il mio interesse per i libri è stato pressoché nullo fino ai 18 anni circa.
Poi nel giro di un mese ho ricevuto in regalo “Sulla strada” di Kerouac e un buono da spendere in libreria con cui acquisto Colla di Irvine Welsh.
Grazie a questi titoli capisco che la lettura può essere soprattutto un piacere e non solo un dovere per avere un bel voto a scuola.
A 19 anni inizia la mia vita da pendolare e le due ore di treno quotidiane le passo sempre sui libri. Direi che sul treno si è sviluppata quella che oggi è la mia prima passione.
Chi è il Recensore Ignorante? Il Recensore Ignorante è Giovanni, un ragazzo di 28 anni che vive in un paesino alle porte di Brescia, nella provincia che tanto ama e che tanto critica.
Più volte mi hanno detto che il nome che ho scelto è simpatico ed evocativo. L’ho scelto semplicemente perché io mi reputo un normalissimo appassionato e parlo di libri da lettore, non da professionista. Nella vita di tutti i giorni lavoro nell’ufficio marketing di una multinazionale del modellismo ferroviario, settore divertente e particolare, che però con i libri non ha assolutamente nulla a che fare.
Ecco quell’ “Ignorante” vorrebbe riassumere un po’ questo aspetto.
Qual è l’esperienza, il libro, la situazione che ti ha segnato maggiormente? Pur rimanendo in qualche modo affezionato ai primi libri che ho letto, direi che non c’è un libro che ha sconvolto o segnato la mia vita e in più direi che non ho mai avuto esperienze negative o traumatiche nella mia vita e in questo mi ritengo fortunato.
Mi piace vedere la lettura come un processo continuo, un costante ampliamento dei miei orizzonti.
Ogni libro che leggo contribuisce ad arricchire il mio bagaglio culturale e se oggi sono la persona che sono, tanto è dovuto anche ai libri.
Quindi ci sono temi a cui grazie ai libri sono diventato più sensibile nel tempo, altri che invece non mi affascinano più come una volta.
Per fare degli esempi collegati alla stretta attualità: i libri mi hanno aiutato ad avvicinarmi e ad approfondire temi legati al femminismo e ai diritti civili. Mi sento ancora molto “ignorante” – giusto per tornare al nome – su questi temi, però appunto sono nel pieno di un processo continuo che spero non termini mai.
In quale momento della giornata riesci a leggere di più?Faccio il classico lavoro d’ufficio da 40 ore settimanali, quindi per forza di cose leggo solo la sera, in sostanza fino a quando la stanchezza non sopravviene.
Nei weekend e nei periodi di vacanza invece, se la lettura è giusta e se non ho altro da fare, posso anche leggere da mattina a sera, è un’attività che davvero non mi affatica.
Sei più gufo o allodola?
Direi che negli anni sono stato sia gufo, sia allodola. Ora mi ritengo decisamente più allodola, molto più produttivo nella prima mezza giornata.
Il tuo cibo preferito Se potessimo mangiare sempre i nostri cibi preferiti senza alcuna conseguenza sulla nostra salute, probabilmente mangerei solo uova fritte all’occhio di bue accompagnate da salame e salmone affumicato con un filo d’olio. È un piatto molto basic e atipico per essere un “piatto preferito”, però davvero a me fa impazzire!
Tra poco ci sono le vacanze, sai già come ricaricherai le batterie? Il coronavirus ha scombussolato non poco i progetti di tutti. Prima dell’emergenza avevo due viaggi (fortunatamente non ancora prenotati) in agenda: Dublino e New York.
Sono saltati entrambi e al momento il mio unico progetto è quello di rilassarmi a casa fra le mie letture. Non escludo però viaggetti dell’ultimo secondo, sicuramente in Italia.
Sembri una persona molto tranquilla, lo sei veramente o sono i social che mascherano la vera indole? Direi Nì. Nel senso che sono una persona estremamente inquieta e ansiosa, ma questo mi dicono non si noti nemmeno vedendomi live. Sicuramente i social mascherano molto, ma già io stesso faccio tanto filtro verso l’esterno. Tante volte posso avere il fuoco dentro e apparire calmo e pacifico.
A proposito di social, credi che siano un luogo “vero”? Nel complesso direi di no. Per essere veri al 100% le persone dovrebbero mostrarsi nude, con le proprie fragilità, i propri vizi e difetti. Raramente avviene. Giustamente tanti – io stesso – considerano i social delle isole felici in cui condividere solo le cose belle che ci accadono nella nostra vita e lo spazio che lasciamo a sfoghi e paure è tante volte limitato. Questa è una cosa comprensibile e giusta, altrimenti la parola “privacy” perderebbe un po’ di significato. Però appunto, l’idea che posso farmi di una persona osservando i suoi canali social sarà sempre parziale, limitata, incompleta. E questo è il motivo per cui avere a che fare con le persone faccia a faccia sarà sempre bellissimo e non replicabile con smartphone e computer.
Sogno nel cassetto Ne ho più d’uno, come tutti.
Da un punto di vista professionale mi piacerebbe trovare impiego nel mondo editoriale. Chi ama i libri vorrebbe lavorarci, mi pare abbastanza ovvio come ragionamento.
Da un punto di vista personale invece vorrei trovare maggior tranquillità e una persona con cui condividere hobby passioni e momenti.
Sono appunto sogni, almeno in questo senso non c’è ansia da prestazione da parte mia, diciamo che posso definirmi positivo e sereno per il futuro.
molto interessante come presentazione dell’intervista. Per quella sei ormai una maestra e un’ottima padrona di casa.
Un abbraccio
Caro rispondo di nuovo qui perché la mail di sottolineando non funziona in uscita. Grazie mille per il tuoi commenti.
PS le interviste mi piacciono sempre di più
Un abbraccio
e