Se leggi qui sai che ho una passione per la cartoleria… e proprio questa mia passione mi ha fatto conoscere Silvia Columbano. Anzi mi ha fatto conoscere i suoi prodotti a marchio Elinor Marianne. In modo del tutto casuale, alcuni anni fa, avevo trovato un link dove poter comprare dei quadernetti, avevo contattato Silvia e mi aveva detto che era all’inizio di un progetto e che avrebbe ampliato presto i suoi canali di vendita.
Col il passare del tempo il progetto prendeva sempre più piede. Solo dopo un anno ho incontrato Silvia, più volte e sempre in alcune fiere di settore: lei ha un sorriso che ti abbaglia, una energia e una voglia di fare che travolgono, uniti ad una professionalità e passione che ti portano a fare il tifo per ogni suo progetto.
Come sai mi piace capire le persone, raccontarle, ed ecco qui la mia intervista a Silvia.
Silvia come ti definiresti? Una ragazza che ha un sacco di sogni, una creativa ma con la fissa dell’ordine e delle liste. Infatti cerco sempre di organizzare la mia creatività. Mi reputo determinata e a volte intransigente soprattutto con se stessa.
Ti è nata prima la passione per i libri e la lettura o prima quella per la cartoleria? È nata prima la passione per i libri, mi accompagnano da quando sono ragazzina e torno da loro quando sono in crisi, quando ho bisogno di risposte, di domande, di aprire la mente ad altri punti. Direi che ora son due passioni che vanno di pari passo e l’una rafforza l’altra.
Come ti è venuta per l’idea del progetto Elinor Marianne? E quali sono stati i vari step per la realizzazione? Il progetto è nato in un modo molto semplice, osservandomi. Leggere tanto ti porta a scrivere, prender appunti sui quali poi si fanno riflessioni più ampie rispetto ad una nota che si può mettere sul telefono, per questo serve un supporto cartaceo. Così mi sono chiesta: perché non unire le due cose? Mi piace l’idea di creare una cartoleria un po’ vintage legata alla carta tipica dei libri: questo è un aspetto al quale tengo molto. La carta è la stessa che usiamo in casa editrice per confezionare i libri. Del resto lo studio della carta a supporto del progetto è parte integrante del lavoro che faccio.
Gli step sono stati molti, all’inizio era un progetto giovane che aveva bisogno di sostegno. Ho disegnato una prima linea con tanti soggetti, poi ho fatto una selezione sulla base dei gusti dei clienti (alle fiere mi sono confrontata con le persone per capire le linee che fossero più adatte). Poi ho riflettuto su tutti gli aspetti legati alla produzione e ho cercato di vendere queste prime produzioni.
Solo in un secondo momento sono riuscita a farmi accettare da Messaggerie Libri e da una rete di promozione libraia e da vari promotori che si occupano di libri; questi canali sono fondamentali perché in fondo offro un prodotto che è affine ad un romanzo.
In parallelo lavoro per creare nuovi contenuti, per sperimentare linee diverse ma affini, per carpire più onde di creatività possibile, sempre cercando di essere fedele alla mia filosofia. E ovviamente un ulteriore passo è quello di entrare in maniera più capillare nelle librerie e nelle cartolerie. E non è facile, anche perché io vorrei disegnare e basta, ma non è possibile, la parte commerciale è un aspetto importante, e poi io voglio fare tutto da sola!
Qual è la tua formazione? Ho frequentato il liceo classico e poi a Firenze mi sono laureata in linguistica. Una delle mie grandi passioni è la parola, la lingua italiana mi affascina molto. Ho imparato molto alla Franco Cesati editori che è la casa editrice per la quale lavoro. Franco Cesati, è il mio maestro, mi ha insegnato tutto: a scrivere i segni tipografici e a usare un altro alfabeto, a lavorare sulla grafica e ad approcciarmi all’all’illustrazione digitale.
E poi cerco di imparare leggendo libri che compro in continuazione: romanzi, saggi, ma anche testi creativi e di ispirazione che servono per il mio progetto.
Di cosa ti occupi in Franco Cesati editore? Ora faccio la redattrice ed editor, ma ho iniziato come correttrice e poi pian piano ho acquisito competenze per entrare più in profondità nel testo. Ora sto imparando a fare la scelta dei testi, e a selezionare i libri che rappresentano maggiormente la casa editrice. Si tratta di un esercizio difficile perché richiede un tipo di lettura diverso, ed è indispensabile poi costruire il libro con l’autore.
È fondamentale leggere in continuazione e confrontarsi con il mercato estero: alla fiera di Francoforte non manco mai, perché quella è l’occasione unica per vedere l’editoria mondiale in un unico posto.
Ci racconti la tua giornata tipo? La mia giornata tipo parte alle 5,50: suona la sveglia e mi bevo un caffè nella solitudine della cucina, questo è uno dei momenti che preferisco. Poi faccio pilates e organizzo la giornata. Subito dopo parte la corsa, vado in redazione e ci resto più è meno dalle 9 alle 18.
Dopo quest’ora divento Elinor Marianne e tiro tardi a disegnare, a pensare ai nuovi prodotti, a come far conoscere la linea …..
Anche nel fine settimana seguo il mio progetto, ma mi sento fortunata, la mia energia motrice è fondamentale e mi rende felice occuparmi del mio sogno.
Nel tuo tempo libero cosa ti piace fare? Non ne ho molto, ma mi piace camminare sia per il centro di Firenze che è una città che sorprende ogni giorno, ma anche per i sentieri di casa mia fuori città, dove si districano bellissimi sentieri. E poi adoro cucinare soprattutto dolci, perché sono una cura, una coccola verso me stessa e verso le persone che amo. Preparare i dolci è qualche cosa di non necessario, non è come un pasto, il pranzo di cui abbiamo tutti bisogno; proprio perché del dolce se ne potrebbe fare a meno, cucinarlo ha un valore maggiore, è qualche cosa che conforta. E poi mi fa rientrare nelle sfera bambina, mi scatena gioia e commozione. Talvolta sperimento, ma altre riproduco le ricette di mia madre della mia terra e della mia infanzia.
Guardi le serie TV? Non ho Netflix e non ho wifi in casa, è una scelta. Sto tutto il giorno al pc e sui social, ma quando torno a casa ho necessità di concentrarmi su me stessa, sul mio compagno e sulla vita tangibile e voglio dedicare tempo alle persone che amo. Sono un po’ fuori dal mondo, lo so, ma mi piace così!
Hai qualche altro progetto nel cassetto? Il mio sogno rimane sempre Elinor Marianne, un sogno sul quale lavorare tantissimo per far conoscere il marchio e per far sì che le persone se ne innamorino e acquistino i prodotti della cartoleria. Mi piace l’idea di poter creare sempre qualche cosa di nuovo. E vorrei aprire di una boutique fisica vera e propria, un posto mio che sia un negozio, ma anche un laboratorio dove fare workshop. Ci sto lavorando e sto cercando un posto qui a Firenze per realizzare questo sogno.
Come ti vedi tra 10 anni? Nella mia boutique, immersa nella mia carta, nelle mie creazioni e tra le persone che amo e gli oggetti vintage e di antiquariato che adoro. Ci saranno ovviamente le macchine da scrivere e i libri, vorrei avere molti libri antichi. Mi vedo una mamma che cerca di realizzare i propri desideri. E vorrei essere un po’ più paziente, spero di acquisire anche più calma, perché calma significa lucidità e questo aiuta a lavorare al meglio. Ah dimenticavo…vorrei anche imparare un po’ di lentezza.
Molto bella questa intervista, mi piace molto la semplicità di Sivia Columbano, mi ha trasmesso delle belle sensazioni. Grazie per avermela fatta conoscere.
Complimenti ad entrambe
Patrizia
Cara grazie mille
molto interessante questa intervista che mi ha permesso di conoscere un mondo, quello della cartoleria, addascinate, anche perché ho sempre cercato qualcosa di diverso nelle cartoleria. Quaderni, blocchi, e non solo quelli.
Mi ha incuriosito questa linea e ci sto facendo un pensiero.
io ne ho comprati un sacco e talvolta compro “di nascosto”.
Bravissima Silvia, complimenti!
Silvia è super in tutti i sensi
Mio nonno era un insegnante e, finito il lavoro scolastico, nel pomeriggio curava una cartolibreria. Quando andavo dai nonni invece di giocare nel grande giardino della loro casa, amavo rifugiarmi nella cartolibreria del nonno. Toccavo, frugavo, spostavo, provavo, pasticciavo,…così il nonno sistemò una seggiolina per me e iniziò a leggermi dei libri per farmi stare buona. Fu una gioia. A lui devo se crescendo sono diventata una buona lettrice.
🙂
Auguri a Elinor Marianne. L’intervista mi è molto piaciuta.
Ciao, Elena.
Marirò
Che bella storia! Evviva i nonni ed evviva la cartoleria!