“La cattiva strada” di Sébastien Japrisot Adelphi Edizioni
“La vita era solo quel momento della sera in cui, un un’aula deserta, due mani gli accarezzavano il viso con un gesto materno”.
“Lo amo. Lo amo. Non sono più in grado di dire come, né per perché, né quanto lo amo. Ma lo amo. Esisto. Mi sento bene. Mi sento male”.
“Ridere, parlare, muoversi con la vivacità di una bambina felice, Il rimorso, una stratta al cuore. La felicità, il mio cuore premuto contro il suo”.
“Si spogliò e tornò a sdraiarsi accanto a lui. Erano soli. Loro due soli, insieme, con il loro amore vilipeso, ma vivo”.
Una storia d’amore, un amore forse impossibile tra Denis un ragazzino di quattordici anni e suor Clotilde.
Una storia d’altri tempi, ma reale nella sua essenza. Il contesto sociale e storico del libro è quello degli anni ’40, ma i pregiudizi e i sentimenti potrebbero essere trasportati ai giorni nostri.
E’ una storia di scoperta dell’amore, del sesso, della libertà, dell’ andare oltre le convenzioni.
La scrittura è fluida, i dialoghi sono il fulcro della narrazione, le descrizioni dei sentimenti provati dai protagonisti sono l’elemento che mi ha colpita maggiormente, soprattutto alla luce del fatto che Sébastien Japrisot ha scritto questo libro quando aveva solo 17 anni.
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Sottolineando:
– L’amore resta il centro del romanzo che va letto tenendo presente che il periodo storico è lontano da quello attuale.
– L’essenza del sentimento è stata la mia chiave di lettura.
– La parte iniziale mi ha coinvolta meno, salvo poi restare catturata dalla modalità di descrizione delle pieghe dell’animo dei protagonisti.
Questo libro all’inizio mi aveva lasciato perplessa, specialmente all’inizio ma alla fine l’ho apprezzato. Incredibile pensare che avesse soltanto 17 anni!
Cara Alessandra è proprio il fatto dei 17 anni che mi ha intrigato. Certo un’altra epoca, un’altra educazione. L’ho apprezzato ma non lo metterei nelle top ten